Un capannone di produzione dello Strömberg Park lungo 300 metri progettato negli anni '70 dall'architetto EskilHaldin viene scelto da ABB come edificio in cui riunire le sue attività. Un rifacimento impressionante che trasforma il vecchio capannone in un ambiente di ufficio multi-spaziale per 700 persone, che riunisce una storia unica, competenze di alto livello e tecnologia moderna
Da capannone industriale a sede di ABB nello Strömberg Park. Ufficio multi-spaziale tra storia, eccellenza e tecnologia
Strömberg Park è un ambiente industriale culturalmente e storicamente prezioso situato a Vaasa, in Finlandia, che inizia a prendere forma nel 1940 dal piano urbanistico di Alvar Aalto. Nel 2019 la società di ingegneria globale ABB, proprietaria della maggior parte della zona, necessita di riunire sotto lo stesso tetto le sue attività
Il principio alla base del progetto di interior di Parviainen Architects è un dialogo aperto e creativo tra il vecchio e il nuovo. La grande scala della fabbrica è stata sfruttata in direzione verticale e orizzontale costruendo un nuovo piano mezzanino interno e collocando una strada interna lunga 250 metri al suo livello superiore. Oltre a fungere da elemento luminoso che delinea visivamente e funzionalmente gli ampi volumi spaziali dell'edificio, la strada interna che attraversa la struttura è anche un luogo di incontro per visitatori e personale. Sotto il nuovo piano rialzato si trova il garage
La nuova finestra a capanna e il balcone alla fine della strada interna corrispondono al linguaggio formale e alla scala delle vecchie finestre che dominano architettonicamente la facciata longitudinale dell'edificio. In linea con il nuovo concetto spaziale, le grandi finestre sono anche visivamente prominenti dall'interno e sono una parte essenziale dell'ambiente di lavoro
Nel nuovo edificio dell’ABB non ci sono corridoi: il movimento pedonale avviene naturalmente attraverso una sequenza spaziale varia e riccamente visiva. I nuovi spazi delimitati dalle ampie superfici vetrate luminose esprimono lo spirito di un'epoca di open information technology e di una nuova cultura operativa interattiva
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