L'architettura può essere democratica? Biblioteca universitaria SMVIT
L'architettura può essere democratica? Biblioteca universitaria SMVIT

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All’interno del campus SMVIT, la nuova biblioteca ad opera dello studio Cadence Architects non è un’icona isolata, ma un nodo urbano permeabile che mette in relazione persone, natura e architettura, diventando spazio democratico e luogo di incontro.

La biblioteca come nodo centrale del campus universitario

Inserita in un punto strategico del masterplan, la biblioteca del campus SMVIT connette due parti fondamentali dell’università: da un lato gli edifici residenziali, dall’altro i padiglioni accademici. La sua presenza definisce la nascita di una piazza centrale, pensata come cuore sociale del complesso. Qui, il progetto a cura dello studio architettonico Cadence Architects non cerca monumentalità, ma integrazione, favorendo relazioni e percorsi fluidi all’interno della vita universitaria.

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La struttura architettonica aperta alle connessioni

La biblioteca si configura come un edificio inclusivo: non vuole imporsi come oggetto simbolico, ma accogliere. La sua forma, lungi dall’essere autoreferenziale, privilegia il dialogo tra persone, paesaggio e campus. Questo approccio, parte dei migliori progetti di architettura contemporanei, mette in primo piano l’esperienza dello spazio vissuto, anziché il gesto formale isolato del costruire.

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La morfologia del progetto architettonico nasce dal suolo che lo ospita

La volumetria si innesta nel terreno e ne segue le inclinazioni, emergendo con delicatezza tra gli alberi esistenti. La porosità del progetto consente percorsi aperti: passaggi pedonali attraversano l’edificio rendendolo un connettore urbano. Come un albero, la biblioteca affonda le radici al centro, mentre ai margini si espande, creando spazi accoglienti, permeabili, attraversabili.

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Spazi diversificati, senza gerarchie

La sezione e l’articolazione interna offrono una gamma di esperienze: nicchie di lettura più intime, spazi collettivi per studio e confronto, aree di incontro fluide. Non esiste una gerarchia rigida: la varietà spaziale supporta un’idea di architettura democratica, capace di ospitare molteplici modi di stare insieme, in equilibrio tra concretezza materica e leggerezza percettiva.

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