Villa Mandra sull’isola greca di Mykonos, grazie alla pietra, ai muri bianchi e al legno che la costituiscono, sembra un prodotto spontaneo della terra stessa su cui si adagia e si integra mimeticamente: il crinale panoramico di Aleomandra. Lì, dalla sua posizione privilegiata, incarna la soddisfazione di quel bisogno umano che gli architetti di k-studio definiscono poeticamente come piacere di dedicarsi alla connessione con se stessi, con la natura e con tutto ciò che nutre lo spirito, chiamato dai più “vacanza”
Una casa vacanza per una giovane e dinamica coppia che desidera un luogo dove godere della famiglia e degli amici: tra i progetti di architettura di K-Studio c'è Villa Mandra. Nello spazio convivono armoniosamente la dimensione di comunione con gli altri e con la natura e libertà individuale. Unica condizione interiore ed esteriore che consente un’esistenza pacifica e florida, effettivamente l’intento costitutivo di Villa Mandra
Grazie al terreno scosceso del crinale, le funzioni notturne della villa, quelle più private dell’abitare, trovano posto al livello inferiore della villa; da qui le 6 camere da letto possono godere di un loro affaccio esclusivo verso i giardini e il mare, al di sotto il terrazzamento che ospita il giardino superiore; su quest’ultimo insieme ad una rinfrescante piscina sboccia l’aperto e inconsueto spazio diurno
Inconsuetudine dettata dalla capacità di questa architettura di seguire con le sue forme i desideri più emotivi che funzionali dei suoi abitanti: il soggiorno all'aperto, cuore del piano diurno e comunitario, coperto da un pergolato in legno che protegge dai potenti elementi della natura in cui la casa è immersa, unisce i semplici volumi bianchi ispirati alla tradizione dell’isola dentro i quali trovano luogo le altre funzioni dell’abitare
Una costruzione articolata e dinamica che regala sempre diversi punti di vista sulla bellezza che la circonda: così ogni angolo, ogni ambiente stimola una speciale e unica opportunità di relax, di riflessione ed esplorazione della natura in cui è immersa così come di quella interiore umana, con uno sguardo sempre puntato all’orizzonte sconfinato del mare greco e dei suoi tramonti
