STOP DRAWING. Architettura senza confini tra disegno e azione
STOP DRAWING. Architettura senza confini tra disegno e azione

STOP DRAWING. Architettura senza confini tra disegno e azione

Al MAXXI di Roma una mostra che indaga la trasformazione degli strumenti con cui si pensa, si comunica e si pratica l’architettura, oltre il segno e verso nuovi orizzonti creativi.

Il disegno come origine e come resistenza

In principio fu il disegno, gesto fondativo capace di condensare in un tratto la relazione tra spazio, funzione e struttura. Ma oggi, nell’era della cultura digitale e della partecipazione attiva, l’architettura si espande oltre la carta, esplorando nuovi linguaggi e modalità di rappresentazione. La mostra STOP DRAWING. Architettura oltre il disegno, ideata da Pippo Ciorra per il Dipartimento di Architettura e Design Contemporaneo diretto da Lorenza Baroncelli, è un viaggio affascinante tra XX e XXI secolo, per raccontare come il progetto abbia trasceso i confini della rappresentazione grafica, aprendosi a performance, collage, tessuti, video, algoritmi.

STOP DRAWING. Architettura senza confini tra disegno e azione

Rappresentare lo spazio oggi

Il percorso espositivo, allestito dallo studio DEMOGO nella galleria 3 del MAXXI, si articola in cinque sezioni che mettono in luce i diversi approcci alla rappresentazione. Dalla quadreria con i disegni di Carlo Scarpa, Aldo Rossi e Giancarlo De Carlo – testimonianza di una stagione italiana dominata dal segno – si passa a esplorare la dimensione digitale con progetti visionari come il Generator Project di Cedric Price & John Frazer, le teorie di Nicholas Negroponte, e le ricerche di autori come Matias del Campo, Lucia Tahan, Sandra Manninger, protagonisti dell’architettura algoritmica e parametrica.

STOP DRAWING. Architettura senza confini tra disegno e azione

L’architettura come gesto politico

STOP DRAWING racconta anche l’architettura come atto civile e politico, capace di farsi carico delle urgenze del presente: inclusione, post-umanesimo, decolonizzazione. Ne sono esempio i progetti editoriali come The Funambulist Magazine di Léopold Lambert, e le esperienze collettive come la Floating University di Raumlabor o Sexy Assemblage del gruppo Orizzontale, che mettono in scena una partecipazione hands-on, concreta e performativa. In questo scenario, il disegno non sparisce: si trasforma, si ibrida, o si fa gesto di resistenza.

STOP DRAWING. Architettura senza confini tra disegno e azione

La resistenza del disegno

In un mondo dominato dal virtuale, c’è chi sceglie il disegno come atto politico e poetico. Gli autori presenti nell’ultima sezione della mostra – da Jorinde Voigt a Jo Noero, da Maria Giuseppina Grasso Cannizzo ad Atelier Bow-Wow – riaffermano la forza espressiva della mano, opponendosi alla dissoluzione del progetto in una nebulosa estetica indistinta. STOP DRAWING si conclude dunque non con un addio al disegno, ma con la sua riaffermazione come spazio di libertà e identità disciplinare, in un panorama architettonico in continua trasformazione.

STOP DRAWING. Architettura senza confini tra disegno e azione

Gallery

0