Stadi. Architettura e mito: quando lo sport diventa racconto collettivo
Stadi. Architettura e mito: quando lo sport diventa racconto collettivo

Stadi. Architettura e mito: quando lo sport diventa racconto collettivo

Al MAXXI di Roma un’esposizione unica nel suo genere indaga l’identità dello stadio come spazio architettonico, culturale e politico, dal Colosseo a oggi. Un percorso immersivo tra arte, memoria e trasformazione urbana.

Uno sguardo inedito sugli stadi, specchio della società

Con la mostra Stadi. Architettura e mito, il MAXXI di Roma – attraverso il Dipartimento di Architettura e Design contemporaneo diretto da Lorenza Baroncelli – compie un’operazione culturale di rara profondità. Per la prima volta in Italia, una grande esposizione, indaga lo stadio non solo come contenitore di eventi sportivi, ma come spazio urbano e simbolico, capace di raccontare i mutamenti della società.
Curata da Manuel Orazi, Fabio Salomoni e Moira Valeri, la mostra visitabile fino al 26 ottobre 2025 offre una lettura antropologica e architettonica di queste strutture, considerate vere e proprie "cattedrali laiche” del nostro tempo.

Stadi. Architettura e mito: quando lo sport diventa racconto collettivo

Il percorso: dalla pietra del Panathinaiko ai LED dell’Allianz Arena

L’allestimento, firmato da Lorenzo Bini dello studio Binocle, si snoda in un viaggio cronologico denso di rimandi storici e visioni contemporanee. L’ingresso cattura lo spettatore con Zidane, A 21st Century Portrait (2006), intensa videoinstallazione di Douglas Gordon e Philippe Parreno. Da lì, il percorso si apre su modelli iconici come l’Allianz Arena di Herzog & de Meuron, accanto a una vera tribuna metallica pensata per ospitare incontri pubblici e una reading room.

Il racconto prende avvio dagli archetipi classici – il Panathinaiko di Atene e il Colosseo – per poi attraversare la rinascita ottocentesca e l’invenzione dello stadio moderno con Archibald Leitch, fino a Le Corbusier e il suo stadio dei 100.000. Il visitatore è guidato in una sequenza di modelli, progetti e disegni che mostrano l’evoluzione dell’impianto sportivo, tra innovazione tecnica e carica simbolica.

Stadi italiani, trasformazioni urbane e nuovi scenari

Ampio spazio è riservato agli stadi italiani, protagonisti di riflessioni profonde sul tema della rigenerazione urbana. Dai fasti di Italia ’90 – con progetti di Renzo Piano, Gregotti e Studio Celli – alle fotografie di Stefano Graziani e Filippo Romano che raccontano, con sguardo critico, gli stadi di Napoli, Trieste, Messina e Udine. Un focus particolare analizza la mutazione degli impianti in oggetti di marketing territoriale, spesso decentrati, privati e plasmati secondo logiche di efficienza e sicurezza, fino allo stadio trasformer, multifunzionale e tecnologico.

Stadi. Architettura e mito: quando lo sport diventa racconto collettivo

Lo stadio come spazio politico, emotivo e culturale

Cuore pulsante dell’esposizione sono le cinque isole antropologiche che esplorano il rapporto tra stadio, città e spettatore. Emozioni, riti, conflitti, identità collettive: lo stadio emerge come palcoscenico della vita sociale e politica. Un mosaico di storie che va dalla prima radiocronaca sportiva del 1928 alla tragedia dell’Heysel, dal Manifesto per l’Italia ’90 di Alberto Burri alle performance artistiche e fotografiche firmate da Luigi Ghirri, Henri Cartier-Bresson, Olivo Barbieri, Takashi Homma, Bruno Munari e Tato.

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Arte e Architettura per raccontare la contemporaneità

Oltre all’architettura, è l’arte a offrire uno sguardo laterale e poetico sullo stadio. Opere storiche e contemporanee restituiscono la ritualità della folla, la forza del gesto sportivo, la complessità di un luogo carico di tensioni e significati. A chiudere il percorso, la potente videoinstallazione San Siro (The roots of violence) di Yuri Ancarani, che mostra il dietro le quinte del calcio come macchina sociale e spettacolare.

Un catalogo e un programma ricco di approfondimenti

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue edito da Franco Cosimo Panini, con saggi, interviste e fotografie inedite. Non mancano incontri e proiezioni, con ospiti d’eccezione come Fabio Cannavaro, Pierluigi Collina, John Foot e Riccardo Cucchi, e un programma cinematografico in collaborazione con Fondazione Cinema per Roma.

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