Il percorso: dalla pietra del Panathinaiko ai LED dell’Allianz Arena
L’allestimento, firmato da Lorenzo Bini dello studio Binocle, si snoda in un viaggio cronologico denso di rimandi storici e visioni contemporanee. L’ingresso cattura lo spettatore con Zidane, A 21st Century Portrait (2006), intensa videoinstallazione di Douglas Gordon e Philippe Parreno. Da lì, il percorso si apre su modelli iconici come l’Allianz Arena di Herzog & de Meuron, accanto a una vera tribuna metallica pensata per ospitare incontri pubblici e una reading room.
Il racconto prende avvio dagli archetipi classici – il Panathinaiko di Atene e il Colosseo – per poi attraversare la rinascita ottocentesca e l’invenzione dello stadio moderno con Archibald Leitch, fino a Le Corbusier e il suo stadio dei 100.000. Il visitatore è guidato in una sequenza di modelli, progetti e disegni che mostrano l’evoluzione dell’impianto sportivo, tra innovazione tecnica e carica simbolica.
Stadi italiani, trasformazioni urbane e nuovi scenari
Ampio spazio è riservato agli stadi italiani, protagonisti di riflessioni profonde sul tema della rigenerazione urbana. Dai fasti di Italia ’90 – con progetti di Renzo Piano, Gregotti e Studio Celli – alle fotografie di Stefano Graziani e Filippo Romano che raccontano, con sguardo critico, gli stadi di Napoli, Trieste, Messina e Udine. Un focus particolare analizza la mutazione degli impianti in oggetti di marketing territoriale, spesso decentrati, privati e plasmati secondo logiche di efficienza e sicurezza, fino allo stadio trasformer, multifunzionale e tecnologico.