La torre del birraio. L’anima industriale che diventa casa
La torre del birraio. L’anima industriale che diventa casa

La torre del birraio. L’anima industriale che diventa casa

Nel cuore di Maastricht, l’ex birrificio De Ridder rinasce come residenza contemporanea e luogo di vita urbana, conservando intatta la sua essenza industriale. Un progetto che trasforma la memoria in materia viva.

Un nuovo equilibrio tra memoria e contemporaneità

Nel complesso dell’ex Brouwerij De Ridder, il progetto di recupero architettonico, a cura di Lens°ass architecten, ha restituito vita a uno dei simboli della città: la torre del birraio. Qui la sfida era duplice — integrare nuove funzioni senza snaturare l’identità del luogo, e mantenere la leggibilità del suo passato industriale. La soluzione è stata un delicato gioco di sottrazioni e aggiunte, dove ogni intervento dialoga con la storia esistente, rivelandola invece di nasconderla.

La torre del birraio. L’anima industriale che diventa casa

Dettagli funzionali che raccontano una storia

L’accessibilità verticale è stata ottenuta con l’inserimento di un ascensore esterno, volutamente industriale, che accompagna la scala originaria senza imitarla. Anche gli impianti diventano parte del linguaggio architettonico: tubazioni in ghisa nera scorrono all’esterno, visibili e leggibili, come vene che trasportano nuova linfa. Ogni elemento è lasciato a vista, perché il funzionamento stesso dell’edificio diventa narrazione.

La torre del birraio. L’anima industriale che diventa casa

Un’abitazione rovesciata, tra luce e materia

Il progetto si sviluppa secondo una logica inedita, quella di una casa capovolta: gli ambienti di vita si trovano ai piani alti, culminando in una terrazza panoramica che offre una vista spettacolare su Maastricht, mentre le camere da letto e gli spazi tecnici si dispongono progressivamente verso il basso. Al piano principale, la magnifica sala del birraio è stata preservata e resa indipendente, accessibile anche a terzi. In questa operazione, come in molti progetti di architettura dedicati al recupero industriale, la chiave è la reversibilità: nulla è cancellato, tutto è reinterpretato.

La torre del birraio. L’anima industriale che diventa casa

Materiali autentici e luce reinventata

La palette materica reinterpreta fedelmente l’identità del luogo: piastrelle ceramiche verde ossido, appositamente realizzate per richiamare le tonalità originarie; ghisa per gli scarichi; rame a vista per gli impianti; alluminio spazzolato per gli arredi. Nessuna finitura domestica tradizionale, ma superfici vive, capaci di raccontare il tempo. L’unico gesto contemporaneo concesso è una grande finestra nella zona giorno, che rompe la griglia rigida delle aperture esistenti e introduce una luce nuova. Dove non era possibile aprire, cilindri in acciaio lucidato convogliano la luce all’interno, proiettando riflessi magici sulle pareti — come lanterne metalliche sospese tra passato e presente.

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