Pavillon La Sirène per l’orchestra e residence Madeleine Pelletier
Pavillon La Sirène per l’orchestra e residence Madeleine Pelletier

Pavillon La Sirène per l’orchestra e residence Madeleine Pelletier

Un edificio che si integra nel suo contesto formato da riferimenti Art-Déco del 14° arrondissement e del suo celebre vicino degli anni ’70 il “Meridien”: l’architettura all’incrocio tra la rue Dareau e la Émile Dubois fa coesistere armoniosamente gli ambienti per l’orchestra La Sirène e il residence per giovani “Madeleine Pelletier”

Un auditorium all’altezza dell’antica orchestra parigina

Fondata nel 1875, La Sirène è una delle orchestre armoniche amatoriali indipendenti più antiche di Parigi. Finalmente, grazie a uno dei progetti di architettura dello studio Avenier Cornejo Architectes, nel 2024 viene dotata di un auditorium all’altezza della sua importanza: il Pavillon La Sirène che occupa il piano terra e l’interrato del nuovo edificio. Un entrata coperta, decorata con modanature che richiamano l’Art Decò, conduce attraverso la scala monumentale alle sale prove con foyer vetrato su 3 lati

Pavillon La Sirène per l’orchestra e residence Madeleine Pelletier

51 mini alloggi per giovani lavoratori e studenti

Il residence per giovani lavoratori e studenti, viene intitolato dagli architetti “Madeleine Pelletier” come omaggio alla prima donna medico laureata in psichiatria, grande femminista, che morì internata contro la sua volontà in manicomio nel ’39. La residenza occupa la parte in elevazione dell’edificio con i suoi 51 mini alloggi di circa 20 mq, distribuiti dal 2° al 6° piano. Al primo piano, dove l’architettura si restringe rispetto al basamento per liberare spazio ad una terrazza, si trovano la sala da pranzo, la palestra e la lavanderia condivise

Pavillon La Sirène per l’orchestra e residence Madeleine Pelletier

Possenti intrecci di travi e pilastri in cemento armato a vista

L’edificio disegnato da Avenier Cornejo Architectes si allinea con la geometria del vicino Le Méridien di 5 piani più alto, progettato da Arthur Héaume e Alexandre Persitz nel ’68, e ne reinterpreta l’architettura. Possenti intrecci di travi e pilastri in cemento armato a vista compongono lo spazio interno e l’estetica delle facciate. La struttura distribuisce i carichi in modo da liberare la sala concerto sotterranea alta 6 metri da qualunque ingombro. Gli appartamenti ai piani superiori sono studiati nel minimo dettaglio, compreso l’arredo, per essere versatili e personalizzabili

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