L’architetto Marco Dezzi Bardeschi progetta il restauro contemporaneo del Tempio di Augusto di Pozzuoli, utilizzando le nuove tecnologie in vetro Faraone e preservando in questo modo 2500 anni di Storia
Il Tempio di Augusto a Pozzuoli. Vetro e Restauro innovativo rispettando l'Esistente
Un intervento di Architettura contemporanea, firmato dall’Architetto Marco Dezzi Bardeschi, ha contribuito a preservare 2500 anni di storia, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie in vetro Faraone
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Il tempio fu fatto erigere dal ricco mercante Lucio Calpurnio in onore dell’imperatore Ottaviano Augusto, e fu costruito dall’architetto Lucio Cocceio Aucto sui resti di un precedente tempio di età repubblicana risalente al 194 a.C., che già era stato fatto restaurare da Silla nel 78 a.C
Si presentava come un tempio pseudoperiptero esastilo, con nove colonne scanalate sui lati lunghi, di ordine corinzio con due rampe laterali ascendenti al basamento del pronao. La cella era di forma quadrata e fu costruita con blocchi di marmo bianco, connessi tra loro senza l’impiego di malta. In questa maniera fu realizzato anche il resto dell’edifici
Ricalcando la sagomatura delle colonne, grazie alla tecnologia del taglio laser, che ricostruisce percettivamente i capitelli, la forma e la posizione delle colonne (in modo integrale o parziale), con un processo di satinatura, le pannellature di vetro hanno svolta la funzione di conservare e mantenere l’ingresso al tempio
Nella zona centrale, la ricostruzione delle colonne è stata affidata al sistema total glass (facciata e colonne sagomate in vetro). mentre nelle parti laterali, a sostegno della facciata, è stata installata una struttura a tiranti e puntoni
Il progetto è un’opera di grande integrazione dello staff, unito ai progettisti, che hanno dovuto tener conto sia delle le richieste dei Beni Culturali, legate all’impatto estetico, che alle modalità di installazione e fissaggio sull’esistente
Il vetro ha reso possibile rivivere lo spazio, cosi come era stato concepito, e la sua leggerezza, così come le sue trasparenze, non hanno deturpato l’antico splendore, rendendo questa opera un connubio perfetto tra antico e contemporaneo