Diriyah Art Futures: primo hub del contemporaneo nell’area del Golfo

Ai margini del deserto a nord di Riad, un edificio visionario che sembra emergere dalla terra ospiterà 12.000 metri quadri di atelier, spazi espositivi, laboratori, residenze di artisti, un auditorium e un centro di formazione sui nuovi linguaggi e media digitali: il  Diriyah Art Futures

Architettura per la cultura e la collettività

Il Ministero della Cultura saudita ha voluto e curato questo “hub del contemporaneo” che è il Diriyah Art Futures, diretto da Haytham Nawar e disegnato dallo studio italiano Schiattarella Associati, specializzato in progetti di architettura per la cultura e a servizio della collettività. L’edificio sorge vicino ad At-Turaif, l’antica capitale dell’area desertica di Najd protetta dall’UNESCO, e, con le sue forme e la materia di cui è composto, celebra la tradizione e la saggezza dei popoli che abitano da sempre questi luoghi

Un edificio di confine che definisce e unisce

Formato da molteplici volumi che sorgono sul costone della depressione agricola Wadi Hanifa, nel mezzo dell’atipiano desertico, il Diriyah Art Futures riplasma l’armonia tra natura e città. Esso si propone come una cucitura tra le due aree su cui si affaccia e ne rimodella il confine sulla scorta dell’architettura tradizionale Najd, fatta di alternanza tra volumi assolati e stretti passaggi in ombra. Così il centro storico con i suoi vicoli e piccoli edifici torna a dialogare, attraverso il nuovo “edificio di confine”, con gli orti dell’area agricola anticamente separate dalle mura

Ispirarsi all’architettura del deserto

La forma del Diriyah Art Futures si ispira all’architettura del deserto che non spreca nulla, utilizza al massimo le condizioni, le forme e i materiali del luogo. La terra cruda, la pietra, gli intonaci a base di fango del nuovo hub lo legano indissolubilmente al suo ambiente e alla terra da cui sembra nascere. La strategia climatica attinge a quella tradizionale fatta di passaggi stretti e profondi tra i volumi edificati che veicolano l’aria  più fresca a protezione dei pedoni. Un sistema di raffrescamento geotermico e quello di raccolta dell’acqua piovana completano la tecnologia di climatizzazione e risparmio energetico dell’edificio

Gli interni tra musharabiya e piazze sotterranee

Gli interni sono progettati da Paola Schiattarella e sfoggiano i materiali tradizionali come l’intonaco di fango e la pietra di Riad composta di sabbia solidificata. Il risultato è pregno di tonalità e vibrazioni che parlano del deserto. La caffetteria è sistemata nel volume dalle pareti traforate, come fossero scavate dal vento, immersa nei giochi di luce della musharabiya contemporanea.
I laboratori e gli atelier si trovano invece nel cuore sotterraneo del Diriyah Art Futures, fresco e protetto dalla luce, in un’ambientazione fatta di vetro, acciaio e legno. Nel centro, una “piazza” sotterranea: il luogo di aggregazione degli artisti illuminato da una mastodontica “campana” che porta i raggi solari dalla superficie

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