Design, luce e spiritualità. Ettore Sottsass in mostra.
Design, luce e spiritualità. Ettore Sottsass in mostra.

Design, luce e spiritualità. Ettore Sottsass in mostra.

Ancora per due giorni, fino al 26 luglio, lo Studio Casoli rende omaggio a Ettore Sottsass, figura cardine del design del Novecento, con una mostra che ripercorre la sua visione poetica e spirituale dell’oggetto. Architetto, artista e pensatore radicale, Sottsass ha trasformato il design in un atto simbolico e sensibile, capace di raccontare mondi interiori e collettivi.

La casa sull’isola e la luce del sud

Nella cornice evocativa di Filicudi, dove Sottsass trascorreva le estati insieme alla compagna Barbara Radice, la materia si fonde con la luce, e l’architettura si riduce all’essenziale. Non è un caso che proprio da questo luogo — isola aspra e poetica — si dipani il filo conduttore della mostra. Le opere selezionate, dagli anni Sessanta in avanti, restituiscono il valore del silenzio, della spiritualità e della memoria affettiva delle cose. “La luce racconta anche l’architettura”, scriveva Sottsass: e in mostra, la luce diventa metafora, custode di storie e atmosfere.

Design, luce e spiritualità. Ettore Sottsass in mostra.

Oggetti come riti, mobili come totem

Le ceramiche e i vetri, esposti esposti presso lo Studio Cascoli, evocano geometrie primitive, archetipi che dialogano con una dimensione ancestrale e rituale. Icone come Torno Subito (Superbox) del 1966, una torre di laminato plastico progettata per Poltronova, o il tavolo Tartar per Memphis, del 1985, mostrano l’anima radicale del design italiano. Mobili che non sono più strumenti funzionali, ma simboli: totem domestici, portatori di senso.
Le fotografie in mostra amplificano questa visione, fermando dettagli di architetture minime, pietre e scorci attraversati da bagliori.

Design, luce e spiritualità. Ettore Sottsass in mostra.

Una visione che trascende la forma

Per Sottsass, l’atto creativo è sempre stato un gesto spirituale. Il design, lontano dalla pura utilità, diventa un linguaggio per abitare il tempo poeticamente. Le sue esplorazioni in India, il contatto con mandala e yantra, hanno nutrito un immaginario che accoglie il colore, il simbolo, il mito. Un modo di pensare che sfugge alla logica del mercato e abbraccia la complessità dell’essere umano.
Come scriveva lui stesso: accendere una luce o disporre una pietra sono gesti che sfiorano il sacro.

Design, luce e spiritualità. Ettore Sottsass in mostra.

Un’eredità senza confini

Nato a Innsbruck nel 1917, Sottsass si laurea in architettura a Torino e apre il proprio studio a Milano. Con Olivetti firma pezzi rivoluzionari come l’Elea 9003 e la macchina da scrivere Valentine, rosso brillante come un oggetto d’affezione. Nel 1981 fonda il gruppo Memphis, rivoluzionando per sempre il linguaggio del design. Le sue opere sono oggi esposte nei più importanti musei del mondo, da Parigi a New York, da Londra ad Amsterdam. Questa mostra allo Studio Casoli restituisce la sua voce più intima: quella di un uomo che ha saputo unire rigore e spiritualità, forma e narrazione.

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